NOI NON SIAMO COMPLICI – Sabato 13 marzo, presidio sotto il Cie di Ponte Galeria

 
NOI NON SIAMO COMPLICI
 
Nei CIE vengono rinchiuse donne e uomini che non hanno commesso reati,
ma che sono considerate/i pericolose/i per la società perché
sono senza documenti, per la loro nazionalità o etnia.
Domani potrà toccare a qualcun’altra/o.
Solo la società nazista era arrivata a tanto.
Politici di varia estrazione e collocazione hanno prodotto questa
aberrazione giuridico sociale.
Efficienti tutori dell’ordine rastrellano le donne e gli uomini migranti e 
li rinchiudono nei CIE.
Operatori sociali scrupolosi le/li tengono per mesi rinchiusi in
condizioni disumane e le/li rispediscono con ponti aerei nei paesi di
provenienza dove spesso sono vittime di regimi filo-occidentali messi
apposta al potere per reprimerela popolazione e permettere a noi di
portar via le loro ricchezze.
NOI NON SIAMO COMPLICI
 
Nessuno/a è autorizzato a dire non sapevo.
Nessuno/a si può difendere dicendo obbedivo agli ordini.
Nessuno/a si può nascondere dietro la legalità perché le leggi sono opera
degli uomini e quando sono strumento di oppressione vanno abolite.
 
Queste politiche migratorie e legislazioni securitarie hanno senso solo in
una società di sfruttamento come la nostra. Per chi non si adegua c’è 
reclusione, isolamento, persecuzione, violenza.
 
E alla lunga scia di morti sospette e di suicidi nei CIE, per le donne si
aggiungono le violenza sessuali.
Joy e Hellen ci hanno insegnato che ribellarsi è giusto.
 
Noi non siamo indifferenti, non siamo complici
siamo dalla parte delle recluse/i nei CIE.
 
Saremo anche noi
 
SABATO 13  MARZO 2010
al presidio sotto il CIE di Ponte Galeria
 
appuntamento alle 10 alla Stazione Ostiense
oppure alle 11 alla fermata Fiera di Roma
del treno per Fiumicino-Ciampino
 
Donne, femministe,lesbiche contro i CIE
 
——————————————————-
 
CONTRO I CENTRI DI DETENZIONE PER IMMIGRATI
CONTRO IL LAGER DI PONTE GALERIA
SOLIDARIETÀ CON CHI SI RIBELLA

IL 13 MARZO ANDREMO ANCORA UNA VOLTA SOTTO AL CIE DI PONTE GALERIA, PER ESPRIMERE LA NOSTRA RABBIA CONTRO LA RECLUSIONE DEGLI IMMIGRATI E LA NOSTRA SOLIDARIETÀ CON CHI LOTTA CONTRO I CENTRI D’IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE.

Gli immigrati hanno denunciato più volte le pessime condizioni di vita nei CIE: cibo avariato, impianti di riscaldamento inesistenti, materassiinsufficienti, mancanza di coperte e carta igienica. Il servizio sanitario è completamente assente: i medici ignorano i bisogni urgenti dei reclusi e gli somministrano psicofarmaci nel cibo per calmare e sedare chi si lamenta. I carcerieri, militari e crocerossini, dalla loroposizione di potere, rispondono a ogni protesta con la violenza e sfruttano il disperato desiderio di libertà di chi è recluso attraverso molestie e ricatti sessuali nei confronti delle donne e delle trans. Dopo un tentativo di stupro da parte dell’ispettore di polizia del CIE di via Corelli a Milano, le immigrate e gli immigrati reclusi nel centrosi sono ribellati. Sono mesi che nei CIE di tutta Italia si susseguono scioperi della fame, battiture e forme di autolesionismo come protesta.

La repressione verso chiunque alzi la testa crea un cerchio senza uscitache porta gli immigrati dal CIE al carcere e dal carcere al CIE, disperdendo volta per volta chi si è ritrovato insieme nelle proteste, per spezzare la forza e i rapporti solidali che nascono nella lotta. Chisi ritrova da solo con la sua disperazione – nel terrore di continuare avivere in questi lager e pur di non essere rispedito nel luogo da cui èpartito (spesso paesi in miseria e in guerra) per un’illusoria ricerca di un benessere – trova come unica via d’uscita il suicidio. Siamo solidali con tutti e tutte coloro che non vogliono più accettare passivamente lo sfruttamento e la reclusione, denunciando e ribellandosicontro le condizioni in cui vivono.

Da tempo il CIE di Ponte Galeria si trova in un limbo amministrativo, perché l’appalto che affida la gestione alla Croce Rossa è scaduto ma viene rinnovato di mese in mese, e nel frattempo nessuno si preoccupa direalizzare i necessari lavori di manutenzione. Si prospetta l’ipotesi di un trasferimento in una nuova struttura e un cambiamento di gestione che vedrà la società di servizi “Auxilium” prendere il posto della CroceRossa. Ma la soluzione non è né il miglioramento né il trasferimento. Non accettiamo la presenza di un lager nella nostra città. Non accettiamo le politiche razziste sull’immigrazione, che decidono sulla vita delle persone trattandole come se fossero delle merci. Non accettiamo che la scelta del posto in cui vivere sia dettata dal mercatoglobale del lavoro, che decide chi, quando e dove sfruttare.

Conosciamo le condizioni, ai limiti del sopportabile, in cui vivevano gli africani che lavoravano a Rosarno, condizioni sicuramente estese e diffuse tra i lavoratori stagionali. Rompere la pace sociale e ribellarsi – a Rosarno come altrove – è il primo passo per distruggere lo schiavismo capitalista e ogni forma di sfruttamento.

Contro le frontiere, per la libera circolazione delle persone. Contro tutte le prigioni, lottiamo per chiudere i CIE. Solidarietà con imigranti e le migranti in lotta. Solidarietà con i ribelli del CIE di Vincennes e con i compagni arrestati a Torino come a Parigi per la loro solidarietà con gli immigrati.

sabato 13 marzo 2010
appuntamento alle 10.00 alla Stazione Ostiense
oppure alle 11.00 alla fermata Fiera di Roma del treno per Fiumicino-Aeroporto

Antirazziste e antirazzisti contro i CIE
Questa voce รจ stata pubblicata in Roma. Contrassegna il permalink.