Una trans si è suicidata nel Cie milanese di via Corelli e non si conoscono le ragioni del gesto, dicevano alcuni lanci di agenzie tra un panettone e l’altro il giorno di natale.
La questione è ben diversa, e ancora una volta ci conferma quanto sia criminale la legge Turco-Napolitano (legge 40/98) che, per edulcorare la pillola amara della creazione dei lager di Stato per migranti, ha finto di garantire una via d’uscita per le vittime di tratta. L’articolo 18 di quella legge, infatti, garantisce il permesso di soggiorno per le vittime di tratta che decidono di denunciare gli sfruttatori.
Ma da tempo già si sapeva che tale percorso non era così lineare e che spesso alle vittime di tratta si chiede di diventare vere e proprie delatrici, collaboratrici della polizia, senza comunque dare nessuna garanzia sul permesso di soggiorno.
Il caso di questa ennesima morte di Stato rientra proprio in questa logica: la giovane trans che si è impiccata in Corelli aveva denunciato il suo sfruttatore, ed è stata comunque deportata nel Cie dove ha continuato a subire minacce, come si può ascoltare dalle testimonianze delle/i deportate/i nel lager di via Corelli, che raccontano, ai microfoni di radio Onda Rossa, anche di violenze e angherie oltre che la storia della trans che si è "suicidata" (non smetteremo mai di scrivere questo verbo tra virgolette…) e di un’altra donna che ci ha tentato.
Ma facciamo anche nomi e cognomi dei responsabili di questa ennesima morte di Stato.
In primo luogo il ministro Maroni, che aveva recentemente deciso intensificare i controlli contro le trans e, su sua direttiva, era stata da pochi giorni allestita nel lager di via Corelli un’area ad hoc per le transessuali che sarebbero "presto state ospiti"; tutto ciò dopo mesi che il reparto trans in quel lager era stato chiuso.
Dunque si tratta di una operazione pianificata, di cui subito ha approfittato il fascistissimo vicesindaco di Milano Riccardo De Corato – "sostenitore della campagna natalizia di controlli", come raccontano i giornali e come conferma anche la retata di ieri mattina in uno stabile occupato anche da trans in viale Bligny 42.
Da mesi De Corato si vanta delle multe inflitte dalla polizia locale alle prostitute immigrate – 2.124 sanzioni applicate contro la prostituzione e 1.400 persone "dedite alla prostituzione" portate in questura.
Chissà quanto si vanterà oggi di questa morte…
E intanto un’altra trans, di 22 anni, rinchiusa in Corelli è finita all’ospedale di Niguarda a Milano dopo aver inghiottito varie monete per la disperazione.
Ricordiamo che il 25 novembre scorso proprio a Milano sono volate le mazzate poliziesche contro le compagne che denunciavano pubblicamente le violenze nei lager di Stato.