Mobilitiamoci perché non rubino a Joy altri mesi di vita!

 
 
Il 12 aprile scadono i 60 giorni affibbiati a Joy il 12 febbraio scorso, con un’udienza di convalida fatta in fretta e furia e senza i suoi avvocati dopo il trasferimento dal carcere di Como al Cie di Modena. 
Molto probabilmente, qualche giorno prima della scadenza la questura di Modena chiederà al giudice di pace di firmare il prolungamento della sua detenzione nel Cie per altri 60 giorni. E il giudice di pace firmerà senza battere ciglio, come sempre. 
 
Questi sono gli “automatismi burocratici” che, grazie alle nuove norme introdotte col “pacchetto sicurezza”, rubano fino a sei mesi di vita a donne e uomini migranti rinchiudendole/i in uno dei 13 lager sparsi sul territorio italiano per poi rimpatriarle/i. 
Automatismi che ci richiamano alla memoria l’apparato burocratico che tenne in piedi i lager nazisti, quella “banalità del male” che dissimula la ferocia del razzismo istituzionale e dei suoi esecutori – oggi come ieri. Automatismi contro cui si rivoltano, giustamente e sempre più frequentemente, le centinaia di donne e uomini rinchiuse nei lager di stato e quotidianamente sottoposte ad umiliazioni, vessazioni, molestie e violenze.
 
Joy che, come tante altre donne rinchiuse nei lager per migranti, avrebbe diritto ad un permesso di soggiorno come vittima di tratta, è ingabbiata nel circuito Cie-carcere-Cie dal 26 giugno 2009. Quel giorno, infatti, venne fermata per un controllo mentre andava al supermercato. Sprovvista di documenti, venne trattenuta per tre giorni in caserma e poi portata al Cie milanese di via Corelli, il 29 giugno. 

Ad oggi le hanno rubato quasi dieci mesi di vita. Quanti altri gliene vogliono rubare? 

Raccontare la storia di Joy come storia paradigmatica significa rendere pubblica la “banalità del male” a cui ci vorrebbero assuefare e contro la quale RIBELLARCI E’ GIUSTO!

Invitiamo le realtà antirazziste a costruire nei propri territori, intorno al 12 aprile, iniziative e mobilitazioni contro i Cie, le deportazioni e le norme liberticide e razziste del pacchetto sicurezza.
Come sempre il blog noinonsiamocomplici è a disposizione di chi nega fattivamente la propria complicità col razzismo istituzionale e i suoi servi. Segnalateci le iniziative a complici@anche.no
Noinonsiamocomplici
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Dicono a Joy che la stanno portando via da Ponte Galeria per riportarla al Cie di Modena

Questa mattina hanno comunicato a Joy di preparare le sue cose, che la portano via da Ponte Galeria.Ma non si riesce ancora a capire dove e perchè, è l’unica della sua sezione a cui è stata data questa direttiva. 

Abbiamo saputo che la stanno riportando al Cie di Modena, vi ricordiamo che in quel lager non è possibile avere con sè i telefoni cellulari e quindi comunicare con l’esterno è molto diffcile.

 

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L’Eni, Joy e le deportazioni

 
 
Volentieri pubblichiamo un altro prezioso contributo a cura de Le Vespe su ciò che sta dietro gli accordi tra Italia e Nigeria, tanto lodati dal capo della polizia Manganelli e dal segretario generale dell’Interpol, Ronald Noble.
Si sfruttano risorse naturali incuranti delle conseguenze locali, si produce un’umanità in esubero, spossessata di tutto, anche del diritto di esistere.
Questa umanità si muove verso le cosiddette capitali economiche in cerca di fortuna.
La fortezza Europa si nutre di uomini e donne, per poi evacuarli quando risultano inservibili attraverso la procedura del rimpatrio, maschera di una vera e propria macchina per deportazioni.
Ma c’è chi raccoglie informazioni, crea ostacoli, fa azioni ed intesse relazioni per opporsi a tutto ciò, come ci racconta durante l’intervista una compagna da Londra, al termine della quale ci lancia una proposta. Sta a noi coglierla…
Le Vespe
Ascolta il contributo audio
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Notte di rivolta a Ponte Galeria. La polizia spara, la direzione nega. Intanto riprendono le deportazioni

Rivolta nei reparti maschili di Ponte Galeria. Durante la telefonata con un recluso si sentono nettamente gli spari, ma la direzione nega l’intervento della polizia…
Leggi il report su Macerie
 
Dalle sezioni femminili ci fanno sapere che non hanno sentito nulla, neppure gli spari, perché erano tutte strafatte dai farmaci con cui viene ‘condito’ il riso al pomodoro che propinano quotidianamente a pranzo e cena. Farmaci che stanno generando, come effetto collaterale, un’epidemia di depressione fra le donne. La gestione Auxilium sta dando i suoi frutti velenosi…
 
E intanto giunge notizia che hanno cominciato a portare via alcune donne nigeriane per l’ennesima deportazione. Consigliamo di ascoltare radio onda rossa per tutti gli aggiornamenti.
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Il pennivendolo si erge a giudice e assolve Vittorio Addesso

 
 
Sul Giornale di domenica 28 marzo è apparso un articolo di Enrico Silvestri, noto pennivendolo specializzato in criminalizzazione di rom, migranti e centri sociali, in cui il ””’giornalista””’ sostiene che "l’agente sia stato assolto e la donna denunciata per calunnia". L’agente è, ovviamente, il solito Vittorio Addesso e la donna Joy.
Vorremmo sapere da quale fonte sicura questo servo dei servi dei servizi abbia tratto la notizia, dato che non si è ancora tenuta alcuna udienza.
Non stupisce che il suddetto pennivendolo si erga a giudice e assolva d’ufficio un poliziotto denunciato per tentato stupro dalla diretta interessata: questa volta non si tratta di un immigrato, ma di un italiano e per di più in divisa.
Immigrata è, invece, Joy, a cui lo stato italiano sta rubando un anno di vita fra Cie e carceri dopo che i trafficanti mafiosi già le hanno rubato altri anni di vita costringendola sulla strada. 
Ci mancava solo che a queste atrocità si aggiungessero le infamie giornalistiche…
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La polizia stupra, la guardia di finanza non è da meno…

Pubblichiamo, così com’è, una notizia ansa di ieri sera.
Aggiungiamo soltanto che da anni e anni si sa dei ricatti sessuali con cui vengono vessate le prostitute – donne e trans – dai tutori dell’ordine e da militari di varie specie sotto la minaccia di strappare il loro permesso di soggiorno – se ce l’hanno – o di arrestarle – se ne sono sprovviste.
Per quanto tempo ancora cercheranno di farci credere che il moltiplicarsi degli uomini in divisa nelle strade sia sinonimo, per le donne, di sicurezza?
Abusi su prostitute: arrestati tre finanzieri
Ordinanza per un quarto gia’ in carcere, indagini da giugno
25 marzo, 21:30
MILANO – Tre ‘baschi verdi’ sono finiti in carcere questa mattina a Milano con l’accusa di aver abusato di prostitute durante i controlli di routine contro l’immigrazione clandestina.
Sono gli sviluppi di un’inchiesta della procura milanese che già lo scorso giugno aveva portato agli arresti altri due finanzieri, uno dei quali oggi si è visto recapitare un nuovo provvedimento a San Vittore, dove ancora è rinchiuso. Le quattro ordinanze di custodia cautelare, firmate dal gip Chiara Valori, sono state consegnate ai loro colleghi dagli stessi militari del Nucleo di Polizia Tributaria. Nell’indagine, condotte dai pm Cristina Roveda e Marco Ghezzi, si ipotizzano i reati di violenza sessuale di gruppo (quando a commetterla è più di una persona), concussione e peculato. Gli episodi contestati a vario titolo, da quanto è filtrato, sono tre: due commessi a Garbagnate, nell’hinterland, tra l’ottobre 2008 e il giugno successivo e il terzo avvenuto a Milano nel maggio dell’anno scorso.
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La libertà d’informazione non vale per Joy

La sera del 25 marzo, a Bologna, in occasione della "democratica" puntata di Anno Zero di Santoro, palinsesto della libertà di espressione&informazione italiana, alcune compagne sono entrate nel Palazzetto dello Sport dove aveva luogo la diretta, per fare INFORMAZIONE sulla situazione di Joy, sulle deportazioni e sulla qualità (di merda) della vita nei Cie. Avrebbero aperto uno striscione con scritto "Fermiamo le deportazioni" e distribuito in sala un volantino
che raccontava la storia di Joy – dal tentato stupro nel Cie alla situazione attuale, che la vede minacciata tanto dallo Stato italiano quanto dagli sfruttatori. Magari sarebbero anche riuscite a leggere quel comunicato, dato che alla libertà d’informazione la serata era dedicata…
Fuori, altre compagne erano pronte ad amplificare l’intervento con altre azioni informative.
Nel momento in cui le compagne stavano per srotolare lo striscione all’interno, sono state violentemente bloccate e spintonate da una ventina di uomini del servizio d’ordine che, dopo aver strappato dalle loro mani lo
striscione, ha prontamente chiamato la Digos.
Le compagne sono state, così, tutte identificate e sbattute fuori dal Palazzetto.
L’azione è continuata con un volantinaggio all’esterno, finché non hanno deciso di andare a riprendere lo striscione che, dopo qualche determinata quanto ironica insistenza, è stato riconquistato.
Contemporaneamente, dentro e fuori quel santuario della FINTA libertà di informazione, un poppppolo di stolti e stolte, contento di udire vere parole di libertà di informazione, rideva alle battute vetero-sessiste ed omofobe di Luttazzi.
 
In Italia sul sesso si ride, ma di stupro non si può parlare, soprattutto se è commesso dalle forze dell’ordine, con la complicità di chi si preoccupa solo di difendere il suo piccolo patrimonio di proprietà e tranquillità.
 
La libertà di informazione santoriana censura. La polizia ringrazia. Noi siamo sempre più inferocite e determinate.
noinonsiamocomplici
 
Ascolta l’intervento di una compagna a radio onda rossa 
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Ancora minacce per Joy

La sera del 18 marzo – appena scampato il rischio di venire deportata con un volo Frontex – Joy ha ricevuto minacce telefoniche da parte dei suoi sfruttatori, che hanno anche mandato qualcuno a casa di sua madre in Nigeria. La madre, fortunatamente, non c’era.
Ricordiamo che costoro hanno già ucciso tre familiari di Joy – il padre, un fratello e la sorella – per costringerla a tornare sulla strada.
Ostaggio dello stato italiano e dell’ambasciata nigeriana che ne ha autorizzato l’espulsione, Joy non deve essere rimpatriata, perché questo costituirebbe per lei un pericolo gravissimo!
Non fermiamo la lotta solidale al fianco di Joy e di tutte le donne rinchiuse nel lager per migranti. Moltiplichiamo le iniziative di informazione.
Qui potete scaricare la versione aggiornata del volantino da distribuire.
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Attentamente seguite dalla questura…

Le mobilitazioni per Joy in diverse città hanno sortito un ulteriore effetto.
Ieri, infatti, la questura di Milano si è dovuta  pronunciare emettendo il comunicato stampa che riportiamo qui sotto – naturalmente sostituendo il cognome di Joy con (***) e ricordando, invece, il nome dell’ispettore capo che ha cercato di violentarla: Vittorio Addesso.
La vicenda giudiziaria che vede interessato un Ispettore di Polizia, promossa dalla cittadina nigeriana (***) Joy, è attentamente seguita dall’Amministrazione, nonché dall’Autorità Giudiziaria milanese, da sempre informata sui fatti.
E’ doveroso comunque rappresentare che, nei confronti della cittadina straniera, a seguito della medesima vicenda, è pendente un procedimento penale per calunnia, promosso direttamente in sede dibattimentale.
Questura di Milano
Sottolineiamo che anche le compagne che da mesi esprimono a Joy la loro solidarietà fattiva sono attentamente (e molestamente) seguite da funzionari della  digos…
Continuiamo la lotta con Joy, contro i Cie e contro tutte le deportazioni!
 
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“Se mai sarai liberata, ci rivedremo e te la farò pagare”

 
 
Cie di via Corelli, Milano. Nel reparto delle trans una reclusa che questa settimana non sta facendo lo sciopero della fame riceve il pasto dalla Croce Rossa e si accorge che il cibo è scaduto. Richiama il funzionario che gliel’ha dato, protesta, ma non c’è niente da fare. La minestra è quella, quelli sono gli standard di Croce Rossa e Sodexo e nessun reclamo è ammesso. Ne nasce un litigio, i toni si accendono, e il crocerossino se la prende con la reclusa: vuol farla uscire dalla gabbia, chissà perché lontano dalle telecamere, ma le sue compagne di sezione la difendono e non se la lasciano portare via. Così la minaccia: «se mai sarai liberata, ci rivedremo e te la farò pagare». Lei chiama la polizia, e chiede di poterlo denunciare: gli agenti le rispondono che lei non ha documenti, che non è nessuno, e che quindi non può certo sporger denuncia.
Tutto torna, nel Cie di via Corelli, dove quando non sono i crocerossini a dover coprire le porcherie della polizia, è la polizia a coprire i crocerossini, e tutti insieme coprono gli affari della Sodexo.
Ascolta il racconto trasmesso da Radio Blackout
(da Macerie)
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