Aggiornamenti sugli scioperi della fame nei Cie

Nel corso della giornata di ieri la protesta si è estesa anche ai Cie di Bologna, Gradisca d’Isonzo, Torino e Roma.
Per ulteriori aggiornamenti, rimandiamo al sito di radio onda rossa
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Sciopero della fame in Corelli

Da ieri mattina tutto il  CIE di via Corelli è in mobilitazione. Hanno incominciato uno sciopero della fame cui aderiscono  tutte le sezioni, la femminile, le maschili e trans. Hanno scritto una rivendicazione di cui riportiamo una  parte:

 

Siamo stanchi di non vivere bene. Viviamo come topi.  La roba da mangiare fa schifo.

Viviamo come carcerati ma non siamo detenuti.

I tempi di detenzione sono extra lunghi perché 6 mesi peridentificare una persona sono troppi.

Siamo vittime della Bossi Fini.

C’è gente che ha fatto una vita in Italia e che ha figli  qua, gente che ha fatto lascuola qui e che è cresciuta qui.

Non è giusto. Non siamo delinquenti.

L’80 per cento di noi ha lavorato anni per la società italiana e si è fatta il culo.

I veri criminali non ci sono qui. Una settimana fa uno di noi ha cercato di suicidarsi.

Poi sono arrivati i poliziotti coi manganelli per picchiarci come criminali o animali.

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Quando la solidarietà diventa reato, ribellarci è giusto!

Ieri a Torino e in altre città d’Italia si è svolta un’operazione di polizia "in grande stile" con perquisizioni ed arresti di donne e uomini accusate/i, fra l’altro, di "impedire la regolare funzionalità dei centri di identificazione ed espulsione (Cie) per cittadini extracomunitari", come riportava un articolo pubblicato su La Stampa. Accusate/i, in sostanza, di antirazzismo e solidarietà con le/i migranti dentro e fuori i lager di Stato. 
Sui particolari della vicenda rimandiamo ai comunicati di Radio Blackout e degli Antirazzisti senza patria, nonché alle interviste raccolte da Radiocane.
 
Da parte nostra, vorremmo, invece, rilevare come la repressione si stia accanendo contro chi da anni sta cercando di rendere trasparenti i meccanismi del razzismo istituzionale e le mura dei lager di Stato per immigrati/e. Una trasparenza che fa evidentemente molta paura a chi, invece, vorrebbe mantenere, all’interno di quelle mura, una sorta di extraterritorialità dove ogni forma di violenza e di sopraffazione è lecita e garantita da un sistema omertoso di connivenze istituzionali, sdoganate dalla logica della "sicurezza".
 
Il lavoro fatto da Macerie e il particolare accanimento persecutorio contro chi vi si è dedicato/a in questi anni ne è un esempio lampante che fa il paio con le intimidazioni – virtuali e non solo – nei confronti di chiunque, nelle scorse settimane, stesse cercando di contrastare il meccanismo circolare Cie-carcere-Cie cui lo Stato italiano aveva destinato Joy, Hellen e le altre donne nigeriane. Un meccanismo confermato dalle operazioni notturne della questura milanese che, poche ore prima dei presidi solidali sotto le carceri in cui le cinque donne erano state richiuse, ha inviato diverse volanti a prelevarle in modo che non potessero incontrare la solidarietà fattiva che da mesi si stava esprimendo nei loro confronti.
Joy e Debby, infatti, sono stata prelevate all’una di notte dal carcere di Como, così come Hellen e Florence sono state portate via a tutta velocità e con una scorta di cinque volanti dal carcere di Brescia all’una e mezza di notte, nemmeno si trattasse di pericolosi capi-mafia.
 
"Ma perché mi hanno portata in carcere e perché adesso sono qui?" chiedeva ieri Joy a due compagne bolognesi che erano finalmente riuscite ad avere un colloquio con lei. Un incontro breve, 20 minuti cronometrati, sotto il controllo di un carabiniere e con una telecamera che filmava l’incontro.
Cosa risponderle? Come dirle che, per il suo coraggio, è diventata una sorta di prigioniera politica dello Stato razzista, così come prigionieri politici sono, senza dubbio, i compagni e le compagne che ieri hanno subito perquisizioni ed arresti per il loro attivismo antirazzista?
Esprimiamo, ovviamente, la nostra solidarietà e la nostra vicinanza a chi ha vissuto e sta vivendo sulla propria pelle questa guerra interna e neocoloniale. Ma siamo anche consapevoli che la solidarietà concreta a chi non si arrende al razzismo e all’ingiustizia sociale dominanti sta anche nel continuare a denunciare politicamente l’intreccio tra razzismo e sessismo, nel rendere sempre più trasparenti e fragili le mura di questi lager.
Noi non abbiamo paura e rimaniamo al fianco di Joy, Hellen, Debby, Florence, Priscilla, Andrea, Fabio, Luca, Maya, Marco, Paolo. Rimaniamo al fianco di tutte/i coloro che non intendono essere complici di una regime securitario basato su minacce, terrore e violenza.
 
Noinosiamocomplici 
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Domenica 21 febbraio, presidio sotto il Cie di Torino

Domenica 21 febbraio si tiene il presidio mensile sotto il Cie di corso Brunelleschi a Torino, a cui parteciperà anche il Circolo di cultura GLBT Maurice, di cui riportiamo il comunicato:

Il 21 febbraio iniziamo la nostra mobilitazione  contro l’intolleranza, contro le politiche securitarie di questo governo che si alimentano delle paure della gente, contro chi sfrutta il lavoro dei migranti ma e’ sempre pronto a espellerli. Manifestiamo perche’ crediamo nelle battaglie per ogni diritto di cittadinanza, perche’ non deve servire il permesso di nessuno per calpestare la terra di tutti/e, perche’ i diritti di ogni "comunità" sono garanzia di democrazia per tutti/e. 

Presidio domenica 21 Febbraio 2009 ore 16:00 davanti al cie di corso brunelleschi

Facciamo sentire la nostra solidarietà.

Come forse saprete  due delle cinque donne  Joy, Helen, Florence, Debbie, Priscilla, incarcerate dopo la rivolta del CIE Corelli di Milano che hanno denunciato le violenze sessuali subite sono state adesso trasferite nel CIE di C. so Brunelleschi a Torino. 

Circolo di cultura GLBT Maurice di Torino 

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Danzando sopra le macerie – Bologna, 20 febbraio

Danzando sopra le macerie
Tammurriate e pizziche femministe contro i lager di stato per migranti
 
Bologna, piazza dei colori (ex via Mattei, 21) 
Sabato 20 febbraio 2010, dalle 14
 
Vi aspettiamo! 
 
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Anche Priscilla è nel Cie di Torino!

Da Macerie:

Sabato (e domenica)

Diario

Qualche aggiornamento veloce sulla giornata di sabato rispetto alle vicende delle rivoltose di Corelli e della piccola ondata di lotte dentro ai Centri che ne è scaturita.

Intanto, lo sciopero della fame: è proseguito anche sabato a Roma, Milano e a Torino. Un po’ meno compatto, ma è proseguito: ed è importante, perché le lotte coordinate tra Centre e Centro sono cosa rara, ed era un bel po’ di tempo che non se ne vedevano più.

E poi, gli scomparsi: dopo le notizie iniziali che la volevano dentro al Cie di via Corelli, si erano perse le tracce di Priscilla, una delle scarcerate di venerdì. Ora è ricomparsa: in realtà era in corso Brunelleschi, insieme a Debby. Stanno bene tutte due, e domani avranno l’udienza di convalida del trattenimento nel Centro.

macerie @ Febbraio 15, 2010 

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Questa mattina presidio a Ponte Galeria per salutare Florence ed Hellen

sabato 13 febbraio 2010 appuntamento alle 10.00 di mattina alla stazione Ostiense per andare al CIE di Ponte Galeria a salutare Helen e Florence e far sentire la nostra solidarietà ai reclusi e alle recluse in sciopero della fame
 
La notte scorsa hanno trasferito furtivamente in diversi CIE le cinque donne imprigionate dopo la rivolta nel CIE di via Corelli a Milano, che il 12 febbraio avrebbero dovuto essere scarcerate insieme a Mohamed Ellabboubi, morto in circostanze misteriose nel carcere di San Vittore.
Stanno cercando di obbligarle al silenzio perché durante il processo una di loro ha denunciato il tentativo di stupro da parte dell’ispettore-capo Vittorio Addesso.
Pensano così di indebolire la solidarietà e la protesta dentro e fuori i lager di stato, che in questi mesi si è sviluppata in diverse città. 
Joy, Helen, Florence, Debbie, Priscilla e tutti i rivoltosi di Corelli non sono più invisibili.
La violenza istituzionale sulla loro pelle non deve passare inosservata.
La solidarietà è un’arma!
 
Invitiamo tutti e tutte sabato 13 febbraio alle 10.00 alla stazione Ostiense per andare in treno davanti al CIE di Ponte Galeria.
Saluteremo Helen e Florence che stanno per essere deportate a Ponte Galeria ed esprimeremo sostegno ai reclusi e alle recluse in sciopero della fame nei CIE di Roma, Torino, Milano e Bari.
FINCHEÌ I CIE ESISTERANNO NESSUNO E NESSUNA POTRA’ DIRSI LIBERO/A
CONTRO LA VIOLENZA RAZZISTA E SESSISTA DELLO STATO
CONTRO OGNI GABBIA E REPRESSIONE
LIBERTA’ PER TUTTI E TUTTE
CHIUDERE I CIE
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Continuons le combat!

 
 
Nella notte tra l’11 e il 12 febbraio, Joy, Hellen, Debby, Florence e Priscilla sono state prelevate dalle varie carceri e  reinternate in alcuni Cie d’Italia, avvalorando così la tesi del circuito Cie-carcere-Cie
Al momento sappiamo che Debby è a Torino, al Cie Brunelleschi, Florence ed Hellen al Cie di Ponte Galeria a Roma, Joy è stata rinchiusa nel Cie di Modena dove, tra l’altro, all’entrata è previsto il sequestro dei telefoni cellulari. Ormai a distanza di 24 ore non si sa ancora per certo dove sia Priscilla: secondo la questura di Mantova sarebbe stata rinchiusa nel Cie di Via Corelli a Milano, ma lì non sembra essere mai arrivata.
Ieri pomeriggio dalle 14.30 si è tenuto, sotto il lager di Modena, un presidio comunicativo che ha ricevuto una risposta forte dall’interno, con battiture, urla e slogan. 
Alle 15.30 si è tenuta l’udienza di convalida per Joy senza che l’avvocato D’Alessio, da lei rinominato, potesse partecipare dati i tempi stretti. L’udienza è stata, così, fatta con un avvocato d’ufficio e la prospettiva è che Joy resti in un Cie per altri sei mesi.
Nei prossimi giorni Joy incontrerà i suoi ‘veri’ avvocati.
Invitiamo tutte le solidali a partecipare alle prossime iniziative che si terranno sotto i Cie in cui le ragazze sono state di nuovo deportate.
Ogni appuntamento sarà segnalato nel blog.
Per ulteriori particolari sulla giornata di ieri, sui vari presidi che si sono tenuti sotto i Cie e sugli scioperi della fame con cui, dall’interno dei lager di Stato, sono state sostenute le iniziative che si svolgevano all’esterno, rimandiamo al report di Macerie e alle dirette di radio onda d’urto e radio onda rossa.
CE N’EST QU’UN DEBUT
CONTINUONS LE COMBAT
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Aggiornamenti presidi

Questa notte tutte le ragazze sono state trasferite dalle diverse carceri in cui si trovavano, in diversi CIE.

Joy è stata trasferita a Modena, Priscilla a Milano, Debby a Torino, Hellen e Florence a Roma.

 Incuranti della campagna mediatica di sostegno alle donne immigrate e soprattutto delle

denunce di violenze sessuali fatte dalle immigrate in questione, la macchina repressiva pare

piuttosto preoccupata di portare avanti la sua vendetta: non sia mai

che le divise dello stato imperialista (in guerra all’estero, ma anche dentro i propri confini)

vengano macchiate dall’onta della vergogna per mano di una qualunque dei suoi sudditi.

E così la tenaglia CIE-carcere-CIE continua a seminare il suo terrore.

Appuntamenti e presidi sotto i CIE:

MILANO: Dalle ore 12 in via Corelli

MODENA: Dalle 14:30 sotto il CIE

TORINO: Presidio alle 21 in C.so Brunelleschi,ang V.Lancia

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Aggiornamenti da Como, Brescia, Mantova e Milano

L’avvocato Losco oggi è riuscito ad incontrare Joy. Sono riusciti ad
integrare la danuncia nei confronti di Vittorio Addesso. Domani
mattina verrà dunque depositata in tribunale una nuova denuncia,
costituita dal materiale di quella vecchia e la sua integrazione.
Ci ha assicurato che non ha mai revocato l’avvocato D’Alessio,
rilasciando all’avvocato un documento, firmato da lei, che lo afferma.
Joy sta bene, è a conoscenza dei presidi di Como, Mantova e Brescia e,
domani mattina ci aspetta.
Ribadiamo una volta di pù la presenza sotto le carceri di Como,
Brescia e Mantova, dove sono detenute le ragazze per accoglierle ed
impedire che tornino in un cie:

COMO:
ore 6.30 stazione FS di Albate Camerlata
dalle 7 sotto il carcere di Como, via Bassone 11

BRESCIA:
ore 8.15 al Magazzino 47 per partire tutti insieme
dalle 8.45 sotto il carcere di Verziano Brescia, v.Flero 157

MANTOVA
dalle 7 sotto il carcere, via Poma


							
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