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E Vittorio Addesso disse a Joy “Sto scherzando…”
In questa intervista, a cura di Ambra Murè, Joy racconta del tentativo di stupro da parte di Vittorio Addesso, delle botte che ne seguirono, della sua storia di vittima di tratta e della sua voglia di libertà.
Leggi l’articolo di Ambra Murè.
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“C’è il mio nome nella lista?”
Due agenti di polizia, una donna e un uomo, fermano un’immigrata per controllarne i documenti. La donna cerca di scappare perché ne è sprovvista, ma loro la bloccano, la ammanettano e la rinchiudono nel Cie. Dalla gabbia la donna chiede ossessivamente a due guardie, senza ricevere risposta ma solo sguardi cinici, "C’è il mio nome nella lista? C’è il mio nome nella lista?". La lista è quella delle donne che quel giorno verranno espulse dall’Italia con un volo Frontex. La donna ha il terrore di essere rimandata nel suo paese, dove la aspetta un destino di morte.
Questa l’iniziativa a sorpresa preannunciata nel blog: una simulazione che ieri alcune di noi con compagne e compagni del centro sociale Désir di Feltre (BL) ha fatto nel centro del paese, attirando l’attenzione di chi passava di là.
Alla simulazione sono seguiti interventi e volantinaggi sulla vicenda di Joy e sulla realtà dei Cie e delle deportazioni.
L’idea di questa simulazione ci è venuta da una frase di Joy. La mattina in cui l’avrebbero dovuta "rimpatriare", infatti, dopo ore di angosciosa attesa che hanno ricordato a molte di noi i famigerati "braccetti della morte" delle carceri statunitensi, Joy ha chiamato emozionatissima ripetendo più volte "Il mio nome non è nella lista!". Quella frase ci ha immediatamente catapultate dai "braccetti della morte" ai lager nazisti. Proprio qualche ora prima ci aveva detto "Hanno cominciato a portare via le donne…".
Crediamo non ci sia altro da aggiungere… ma molto da fare per fermare questo orrore!
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Presidio a Palermo per Joy e le “quattro ribelli di Corelli”
Domenica 21 marzo, sit in per Joy e le “quattro ribelli di Corelli”, a difesa delle vittime di “tratta”, contro Cie e deportazioni.
Appuntamento alle ore 16.30 in Via Cavour davanti alla Feltrinelli.
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Iniziative per Joy – Aggiornamenti sullo sciopero della fame in Corelli
Oggi a Bologna e Cuneo, iniziative informative sulla vicenda di Joy.
In un’altra città è prevista un’iniziativa a sorpresa, ma di questo vi parleremo nei prossimi giorni…
(Nella foto, lo striscione esposto dalle compagne di Roma sotto l’ambasciata nigeriana)
* * *
E intanto prosegue lo sciopero della fame nel lager di Corelli:
* Reparto maschile: 12 persone sono in sciopero anche se ci sono evidenti segnali di debolezza fisica dopo 15 giorni di astinenza. Intanto due rumeni sono stati espulsi e si registrano sei nuovi arrivi..
Il reparto è ora al completo e i compagni confidano sulla freschezza dei nuovi arrivati per ravvivare la lotta
* Reparto femminile*: Sappiamo per certo che, con i nuovi arrivi di ieri, da oggi sono diventate 10 le prigioniere in sciopero
Inoltre è giunta notizia che due di loro (in sciopero della fame) sono state rilasciate negli ultimi 5 giorni (una era incinta, l’altra, a causa dello sciopero, è stata portata in infermeria e quindi liberata)
* Reparto trans*: Anche tra le trans prosegue la protesta. Undici di loro hanno rifiutato il cibo. Tra quelle che, costrette dalle cure ormonali o retro-virali, devono per forza nutrirsi, si segnalano diverse proteste con gli addetti della CRI per la scarsissima qualità del cibo somministrato.
Un caso fra i tanti che ci è stato raccontato è davvero emblematico: una di loro è nel CIE per aver denunciato agli sbirri il suo pappone; la risposta degli sbirri è stato un suo prelevamento immediato e altrettanto immediato trasferimento in Corelli
(Aggiornamento a cura del comitato antirazzista milanese)
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La lotta con Joy contro Cie e deportazioni non deve fermarsi!

Quello di ieri è stato un parziale successo: l’intreccio tra fattori di tipo giuridico e le mobilitazioni solidali hanno fatto sì che Joy, Hellen e Florence non venissero deportate. Ma ciò non toglie che ieri 25 uomini e donne provenienti dalla Nigeria siano stati/e rimpatriati da Ponte Galeria con il charter organizzato da Frontex, mettendo gravemente in pericolo le loro vite e che quindi rimanga necessario fare di tutto per fermare le deportazioni.
D’altra parte ricordiamo che Joy è comunque stata riconosciuta dall’ambasciata nigeriana e questo significa, senza mezzi termini, che è un ostaggio dello Stato italiano e finché non sarà fuori dal Cie la sua vita rimane nelle mani dei suoi guardiani e del ministero dell’interno, che sicuramente tenteranno di tutto per deportarla e chiuderle la bocca una volta per tutte.
L’invito è dunque quello di moltiplicare in tutti i territori le iniziative che facciano conoscere la storia di Joy e che parlino della realtà dei Cie, delle violenze che vi avvengono e delle deportazioni.
Abbiamo preparato un volantino aggiornato sulla storia di Joy che potete scaricare da qui e diffondere in tutti gli angoli di questo paese vergognosamente razzista e connivente, governato da uno stato di polizia.
Segnaliamo anche l’iniziativa che si terrà oggi a Firenze contro il progetto di costruzione di un nuovo lager per migranti in una delle poche regioni che ancora non ne avevano.
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L’ambasciata della Nigeria e la banalità del male
E’ importante continuare le pressioni sull’ambasciata della Nigeria dopo il presidio che si è svolto lì sotto questa mattina.
L’ambasciatore e gli altri funzionari devono sapere che l’attenzione nei loro confronti come complici delle deportazioni è forte e non circoscrivibile alla sola città di Roma. La loro complicità sta nel riconoscimento, dietro congruo corrispettivo economico, di nigeriane/i senza documenti rinchiusi nei Cie. Così l’ambasciata di Nigeria autorizza l’espulsione di donne e uomini senza tener conto del loro passato e del pericolo di vita in cui incorrono sempre e comunque ritornando al loro paese d’origine.
Chi non può essere fisicamente a Roma può mandare telegrammi o telefonare:
Ambasciata di Nigeria
Via Orazio 14, Roma
Tel. 06 683931
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Presidi in corso a Roma e Torino contro le deportazioni
A Roma le compagne sono sotto l’ambasciata nigeriana.
A Torino compagni/e sono sotto la sede della Croce Rossa. Ricordiamo che Massimo Chiodini, responsabile della Croce Rossa nel lager di Corelli, ha testimoniato contro Joy ed Hellen e a favore di Addesso.
Qualche ora fa nel Cie di Ponte Galeria hanno cominicato a portare via donne e uomini per deportarle/i con un volo Frontex in Nigeria, ma ci risulta che Joy, Hellen e Florence siano ancora nelle loro celle.
Tutti gli aggiornamenti su radio onda rossa e radio black out
FERMIAMO TUTTE LE DEPORTAZIONI!
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La deportazione di Joy è prevista per domani!
Abbiamo appena saputo da Joy che un funzionario dell’ambasciata è andato poco fa nel Cie di Ponte Galeria per identificarla.
Domani è previsto un volo che deporterà lei e altre/i nigeriane/i.
Fermiamo la macchina delle espulsioni!
Ambasciata nigeriana – Roma – via Orazio 14
Tel. 06 683931 – Fax. 06/6832528 – nigerian.rome@iol.it – www.nigerian.it
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La polizia stupra… La questura deporta!!
Anche a Milano iniziativa per Joy:
mercoledì 17/3/2010 ore 18, volantinaggio in piazzale cadorna davanti alla stazione nord
Il silenzio e l’inedia sono complicità, agire non significa pulirsi la coscienza ma rompere l’isolamento…
LA POLIZIA STUPRA… LA QUESTURA DEPORTA!!
Luglio 2009: Joy, una ragazza nigeriana rinchiusa nel centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano, subisce un tentativo di stupro da parte dell’ispettore capo di polizia Vittorio Addesso.
La sua determinazione e quella della sua compagna di stanza, Hellen, riescono ad allontanare l’uomo.
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La polizia deporta chi la denuncia per stupro
Per impedire la deportazione di Joy lanciamo un presidio mercoledi 17 alle ore 17 sotto le Due Torri a Bologna.
Per ascoltare l’intervista a Joy:
http://www.radiocane.info/images/mp3/joy2.mp3
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