Distruggere i lager della democrazia, Modena 19 giugno

 
 
DISTRUGGERE I LAGER DELLA DEMOCRAZIA
PER FARLA FINITA CON I CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE
E GLI AGUZZINI CHE LI GESTISCONO
I CIE sono
LAGER:  perché sono centri di detenzione amministrativa,
come erano i campi di concentramento,
presidiati dall’esercito e circondati da filo spinato, sbarre e telecamere.
LAGER:  perché sono un lucroso affare per enti come Croce Rossa Italiana,
Confraternita delle Misericordie e Cooperative della Lega Coop.
LAGER:  perché i reclusi sono imbottiti di psicofarmaci, le guardie massacrano e stuprano
e gli abusi dei novelli kapò sono all’ordine del giorno.
Il CIE è uno degli ingranaggi della macchina delle espulsioni che, a livello europeo,
permette il ricambio continuo di manodopera (dai raccoglitori di pomodori alle prostitute soggette alla tratta) ricattabile e a basso costo. 
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Aggiornamenti su Debby e Priscilla

(Da Macerie)

Questa mattina all’alba Debby e Priscilla sono state prelevate dalla loro gabbia dentro al Centro di corso Brunelleschi e portate all’aeroporto di Malpensa. Intorno alle 8 erano già lì ad aspettare gli altri reclusi nigeriani prigionieri in via Corelli per essere caricate insieme a loro sull’aereo per Roma – a quanto pare nel primissimo pomeriggio. Anche a Ponte Galeria le guardie stanno facendo fare le valigie a chi dovrà venire deportato in Nigeria. Ovviamente non sappiamo se queste modalità di viaggio – nei tempi soprattutto – siano quelle ordinarie o se siano state influenzate dalla volontà di dribblare i solidali di fuori, come è già successo il 12 febbraio scorso, quando le ribelli di Corelli furono scarcerate nottetempo e smistate in giro per l’Italia di nascosto. Forse nelle prossime ore avremo qualche elemento in più per capirlo: rimane chiaro, però, che porsi il problema dei Cie e del funzionamento della macchina delle espulsioni vuol dire porsi il problema di come incepparli e di come fare in modo che il movimento fuori dalle mura sia mimimamente adeguato alla determinazione e alla combattività che si è espressa nell’ultimo anno e mezzo dentro a quelle maledette gabbie.

(L’appuntamento di questo pomeriggio di fronte al Centro per salutare Debby e Priscilla ovviamente è annullato. Ci si vedrà là davanti per salutare tutti gli altri reclusi domenica prossima, per il consueto presidio mensile.)

 

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La lotta di Joy continua. E anche la nostra…

 

Volentieri pubblichiamo questo contributo di alcune compagne di Milano.

Ricordiamo il presidio che si terrà domani a Torino fuori dal Cie alle 14.00 contro la deportazione di Debby e Priscilla e il corteo di sabato 19 giugno a Modena contro i Cie.

 

Su Joy, sulla libertà e i suoi nemici

Si può considerare Joy libera grazie all’applicazione di un art. 18? Si può considerare una persona libera quando è obbligata a collaborare con la giustizia, denunciando gli sfruttatori e costretta a vivere in una casa protetta? 

Sappiamo tutti e tutte che questa non è la libertà.

Joy è solo uscita dal Cie ed è uscita con un articolo 18,  unica soluzione possibile  per un nemico che, altrimenti, avrebbe dovuto riconoscere una sconfitta troppo grande per sé. 

Un nemico che ha classificato come “calunnia” il racconto della violenza sessuale fatto da Joy in aula, e confermato da Hellen sua compagna di stanza nel Cie di Milano; nemico che si è stretto attorno all’ispettore capo di polizia Vittorio Addesso, autore della tentata violenza, negando pubblicamente l’atto con un comunicato stampa, comunicato che aveva anche lo scopo di giustificare le cariche in Piazza Cadorna a Milano il 25 novembre 2009, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, per aver esposto uno striscione su cui era scritta la verità: nei Cie la polizia stupra.

Un nemico che nei giorni che precedenti la scarcerazione di Joy, ha cercato di far credere che lei stessa avesse revocato il suo avvocato, unico canale di contatto e comunicazione con l’esterno. Revoca mai esistita, mai firmata e, quindi, non dimostrabile al momento della richiesta da parte dei legali.

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Giovedì 17 giugno, presidio contro la deportazione di Debby e Priscilla

Giovedì prossimo, 17 giugno, dalle 14 in poi, appuntamento di fronte all’ingresso del Cie di Torino in via Mazzarello 31, da dove usciranno Debby e Priscilla per andare all’aeroporto.
Ricordiamo, ancora una volta, il numero dell’ambasciata nigeriana, complice delle deportazioni: 06683931. Caso mai voleste dire che ne pensate delle loro malefatte…
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Joy è libera?

“Joy è libera!”. Venerdì 11 giugno la notizia rimbalzava qua e là sul web prima ancora che Joy arrivasse in un primo luogo di sosta per riposarsi per poi successivamente spostarsi in una “casa protetta”, nonostante le preziose raccomandazioni date da Be Free all’epoca della liberazione di Florence. Addirittura il giornale Liberazione ne annunciava l’avvenuta “regolarizzazione”, mentre nel Cie di Modena Joy ancora aspettava che le dessero il permesso di soggiorno.
Joy, infatti, è uscita dal Cie di Modena, dopo aver aspettato per quattro interminabili ore rispetto all’orario che le era stato comunicato, con un permesso di “protezione umanitaria” – che è ben diverso dalla libertà per come la intendiamo noi. 
 
Ovviamente ci fa immenso piacere che sia uscita dal circolo Cie-carcere-Cie. Ma la lotta contro i Cie non deve fermarsi qui e i facili entusiasmi non ci appartengono. 
 
L’undici giugno abbiamo imparato quanto non sia facile garantire la sicurezza – quella vera! – di una donna immigrata, in particolare se vittima di tratta. E questo ci ha spinte ad una riflessione: se la vicenda di Joy non fosse diventata “pubblica”, dando vita a mobilitazioni di piazza in tante città italiane, molto probabilmente sarebbe già stata rimpatriata e data in pasto ai suoi sfruttatori; ma, d’altra parte, questo esser diventata una figura “pubblica” ha rappresentato per lei (e per chi era con lei quel giorno), nel momento più delicato, un pericolo reale. Dunque ci chiediamo se sia possibile agire con accortezza ed intelligenza, senza perdere spessore politico e rispettando fino in fondo la storia di una donna.
Noi crediamo di sì, e ringraziamo Joy di avercelo insegnato. 
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Vogliono deportare Debby e Priscilla!

(Da Macerie)

Proprio ieri Debby e Priscilla, – le due ragazze nigeriane che erano state trasferite a Torino il 12 febbraio scorso dopo aver scontato sei mesi di carcere insieme a Joy, Hellen e Florence per la rivolta di Corelli di agosto – hanno ricevuto visite sgradite: un sottopiffero dell’ambasciatore nigeriano in Italia, che le ha “riconosciute” ufficialmente ed ha annunciato loro che giovedì lascieranno corso Brunelleschi per essere deportate. Le due – cui mancano poco meno di due mesi allo scadere del termine del trattenimento nel Centro – non hanno nessuna intenzione di farsi portare via.

A quanto pare in pentola bolle un bel volo di Frontex che raccatterà presunti nigeriani in giro per l’Europa: anche a Ponte Galeria ieri si è fatto vedere un funzionario d’ambasciata, anche lui a mettere il bollo sui documenti di viaggio. Questo vuol dire che giovedì Debby e Priscilla verranno portate a Roma su di un volo di linea e poi aspetteranno insieme a qualche decina di loro supposti “connazionali” provenienti dagli altri Cie italiani di prendere il charter superblindato in arrivo da qualche altra capitale europea.

Possiamo già segnalarvi, per chi sta a Roma, che giusto domani, 16 giugno, ci sarà un concentramento in sostegno alle lotte dei detenuti dalle 21,00 in piazza dell’Immacolata a San Lorenzo: questa è una prima occasione per protestare.

E poi possiamo ricordarvi che l’ambasciata nigeriana a Roma risponde allo 06683931. I giochi non sono ancora fatti, e vale la pena di farsi venire delle idee ed insistere.

 

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Verso il corteo contro i Cie del 19 giugno

 

Segnaliamo l’assemblea che si terrà il 17 giugno a Bologna, sul corteo di Modena contro i Cie e sulla lotta dei rom del campo di Triboniano (Milano)

Giovedì 17 giugno, dalle 17, in Aula C autogestita (Strada Maggiore 45, Bologna) 

Scarica e diffondi il volantino del corteo

 

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Oltre l’8 giugno

Segnaliamo le iniziative contro Cie e deportazioni di oggi, 10 giugno, a Crema (alle 20.30 in piazza Trento e Trieste) e di sabato 12 giugno ad Ivrea (dalle 15 vicino alle Poste).

Fra le tante iniziative che ci sono state in occasione dell’incidente probatorio dell’8 giugno, ne ricordiamo due particolarmente significative:

Parigi, lunedì 7 giugno – All’Istituto Culturale Italiano di Parigi serata di gran gala per la presentazione di due libri. Compagne/i francesi sono entrati in sala distribuendo un volantino sulla vicenda di Joy, la sua storia e la scadenza in tribunale per l’incidente probatorio prevista a porte chiuse per martedì 8 giugno. Leggi il volantino

Roma, martedì 8 giugno –  In solidarietà con Joy e i/le migranti rinchiusi/e nei Cie, interrotta alla Sapienza presentazione del “best seller internazionale” Womenomics – Perché le donne sono il motore dell’economia. Leggi il volantino.

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Grandi Joy ed Hellen!

 

Aggiornamenti da Milano

Da Radio Onda Rossa

Da Macerie 

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Una settimana de fuego per Joy

Se è ormai noto a tutte e tutti che l’8 giugno Joy sarà sentita come "persona informata sui fatti" a proposito del tentativo di violenza sessuale – a cui ha immediatamente reagito con determinazione – da parte dell’ispettore capo di polizia Vittorio Addesso, lo scorso agosto nel Cie di Milano, un po’ meno noto è come si sia svolto il suo interrogatorio al processo per la rivolta di Corelli a proposito di questo gravissimo episodio e come si sia ritrovata, con la sua testimone Hellen, una denuncia per calunnia. Per queste ragioni pubblichiamo lo stralcio dell’ interrogatorio in cui Joy racconta in aula i fatti. Stralcio che dà l’idea di quale sia il trattamento riservato a immigrate ed immigrati (ma non solo…) nelle aule dei tribunali italiani.
Ricordiamo, inoltre, che l’11 giugno scadranno gli ulteriori sessanta giorni affibbiati a Joy dal giudice di pace su richiesta della questura di Modena, sessanta giorni che hanno portato a quasi un anno la detenzione di Joy nel circuito Cie-carcere-Cie, cominciata il 26 giugno 2009. Nei prossimi giorni la questura di Modena potrebbe chiedere al giudice di pace di affibbiarle altri due mesi, per arrivare a quei famosi 180 giorni stabiliti dal "pacchetto sicurezza", poiché per Joy il conteggio dei giorni di detenzione nel Cie è ricominciato nel momento in cui è stata portata dal carcere di Como al Cie di Modena, il 12 febbraio scorso. Oppure la questura di Modena potrebbe decidere di deportarla, rimandandola nel paese in cui i suoi sfruttatori la aspettano per ucciderla "come una gallina".
Joy rimane, quindi, in una situazione di estremo pericolo. Dopo dieci anni la sua vita continua ad essere nella mani di altri: ostaggio degli sfruttatori, prima, e ostaggio dello Stato italiano, poi, e di questo non possiamo non tenerne conto nel caratterizzare il presidio dell’8 giugno con contenuti completamente autonomi e di non delega – come abbiamo già esplicitato – rispetto al rito che si volgerà all’interno del tribunale di Milano.
Riportiamo, al proposito, il comunicato delle compagne di Roma e quello del Comitato antirazzista di Milano.
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