Violenza contro le migranti: un dossier senza fine…

Un mese fa abbiamo prodotto un dossier sulle violenze contro le donne migranti per rendere evidente ciò che l’informazione razzista in Italia trascura o relega in trafiletti marginali oppure, all’opposto, usa strumentalmente per rinforzare il razzismo istituzionale e fomentare quello ‘popolare’.

Ci siamo anche proposte di aggiornare mensilmente il dossier – cosa che al più presto faremo – ma intanto riportiamo qui alcuni dei fatti che hanno caratterizzato l’ultima settimana nel paese del natale ‘di razza italiana’, il white christmas, dove trovare la proposta più vergognosa per raccogliere consensi discriminando – non ultima quella sulla cassa integrazione ‘differenziata’ – sembra essere ormai lo sport nazionale.

Nei giorni scorsi, tre donne migranti, due romene a Taranto e una rom a Roma, sono morte per essere state costrette a ricorrere all’aborto fai-da te. Per quanto, infatti, il Ministero dell’Interno abbia ribadito di recente il divieto di segnalazione per donne e uomini migranti che, sprovviste/i di permesso di soggiorno, si rivolgono alle strutture pubbliche, la paura seminata mesi fa dai media di regime e da medici irresponsabili rimane, così come rimane, per i/le neocomunitari/e, il rischio di doversi pagare le prestazioni mediche, interruzione di gravidanza compresa.

A Milano una donna afroamericana è stata aggredita con violenza da un razzistello in erba con un pretesto e col consenso (e il plauso) di mammà e in Sicilia, a Canicattì, una donna romena ha visto morire la propria neonata dopo essere stata costretta a partorirla su una sedia dell’ospedale perché non le aprivano le porte del reparto di ginecologia.

E non finisce qui: dopo l’affaire Marrazzo ben nove trans brasiliane amiche di Brenda – della cui morte mai si saprà il vero mandante – sono state espulse. L’ultima, China, dopo esser stata interrogata dagli inquirenti è stata arrestata e poi espulsa per non aver rispettato un precedente decreto d’espulsione.

Ora, forse, è già in Brasile, esattamente come Preziosa, la trans che lo scorso anno venne violentemente picchiata dalla polizia nel Cie di Milano – sotto lo sguardo soddisfatto dell’immancabile ispettore-capo – e che, nonostante abbia denunciato i suoi aguzzini e picchiatori, ha atteso invano un permesso di soggiorno per ragioni di giustizia… 

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