I consigli strategici del commissario Basettoni ai pennivendoli

A proposito della montatura messa in piedi ai danni di Fuoriluogo, Stefi ed Anna scrivono, nel loro comunicato dal carcere: “Una volta costruita la struttura, per quanto infondata e assurda sia, toccherà a noi smontarla”.

Mai affermazione fu più precisa!

Perché costruire una montatura è un po’ come giocare con il fango – e pare che taluni ci si divertano proprio tanto – ma poi smontarla e liberarsi dei chili di fango (e mesi di galera) buttati addosso con la collaborazione di giornalisti conniventi e la “boccalonaggine” dell’italietta diventa un po’ più complesso.

Per questo pubblichiamo alcune informazioni tratte dai corsi di formazione strategica tenuti in posti segreti dal commissario Basettoni, noto amico di Topolino, del generale Giampaolo Ganzer, nonché dell’integerrimo ex prefetto Ferrigno. Perché tutti/e sappiano…

Non siamo a riportare tutto. Cercheremo di fare una sintesi per punti, in particolare per quanto riguarda la parte dedicata alle donne irrequiete.

1. Si parte dal concetto di counter insurgency, tanto trendy nell’addestramento contro il nemico interno ed esterno.

2. Si declina, poi, questo concetto sulla specificità delle donne che si rifiutano di stare a casa a fare la calzetta, come Stato e Chiesa, invece, vorrebbero.

3. Si dimostra, documenti pubblici (volantini, ecc.) alla mano, che queste donne non solo rifiutano di piegarsi al ruolo di donna-moglie-madre (e talvolta sono pure un po’ lesbiche), ma che addirittura frequentano le “cattive compagnie”.

4. Si contatta qualche giornalista che sogna un posto di responsabilità (e ben retribuito!) presso il Ministero Stampa e Propaganda – tanto c’è l’imbarazzo della scelta! – e gli si fa buttare lì un articoletto, possibilmente in un angolo di un doppio paginone che spiana la strada alle perquisizioni e agli arresti delle suddette “cattive compagnie”. Il trucco sta nel non fare accenni velati ma espliciti – ovviamente omettendo ciò che potrebbe mostrare delle crepe nel teorema da costruire, dato che questo teorema si basa già, a sua volta su un altro teorema che sta in piedi quanto un tavolo con due gambe e mezza (ma che sta già costando ad alcuni/e settimane di galera).

Insomma, un vero dritto il commissario Basettoni!
I suoi corsi di formazione fanno davvero scuola e forniscono la base teorica alle più moderne strategie di controllo sociale e criminalizzazione.

I giornalisti fanno a gomitate per potervi accedere nei posti riservati ai pennivendoli.
E certamente quella mente eccelsa di Alessandro Cori – pluricitato in rete per la sua inettitudine – ha avuto, per meriti e curriculum, modo di parteciparvi, affinando le sue doti di giornalista specializzato nel creare la sindrome del “mostro (politico) della porta accanto”.

Non solo, infatti, in un articolo ha definito il Centro di documentazione Fuoriluogo “Una base operativa anarchica nel cuore della città, che si nascondeva dietro un ‘centro di documentazione’ con regolare contratto d’affitto, in mezzo agli appartamenti di privati cittadini” e perfino col nome “scritto a chiare lettere sul citofono dello stabile in via San Vitale 80”!

E no: il nostro eroe ha avuto modo di dedicare, su Repubblica del 30 marzo, anche a questo blog un trafiletto – ovviamente ne siamo più disgustate che onorate! – dove non solo stralcia furbescamente la questione degli stupri – per noi notoriamente centrale, in quanto emblema della violenza più schifosa – dal volantino sull’Eni che cita – nonché il fatto che il petrolio bollente sia usato dagli sfruttatori per torturare le donne vittime di tratta – ma butta lì un “Dietro le medesime persone che partecipano a tranquilli presidi, potrebbero nascondersi gli autori degli attentati che si sono verificati in città”.

Senza dubbio un degno collega di Valerio Baroncini – che ha cercato, sul Resto del Carlino, di denigrare l’intelligenza e lo spessore di Stefania rappresentandola come una sorta di Medusa anarchica – e Amelia Esposito – che è arrivata, sul Corriere della Sera, a rendere pubblico, nell’ennesimo articolo contro Stefania, il nome della figlia.

Quanta miniera meritano tutti costoro?

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