Nel 42° anniversario dell’orrenda strage di Piazza Fontana, che i tribunali italiani hanno decretato essere senza responsabili, a Bologna comincerà il processo alle compagne e ai compagni anarchici del Centro di documentazione Fuoriluogo.
Poco importa che quella data sia uno scherzo del destino o una coincidenza non casuale: rilevante è che, a distanza di quarant’anni, lo Stato capovolga la storia portando sul banco degli imputati compagne e compagni che si sono spesi generosamente nelle lotte contro lo sfruttamento, le nocività e i Cie-lager della democrazia.
L’attacco alle compagne e ai compagni di Fuoriluogo, accusati di “associazione per delinquere”, oltre ad essere un’operazione sporca e manipolatoria è anche un segnale chiaro a tutte e tutti coloro che si riuniscono in collettivi e gruppi informali per contrastare lo stato di cose esistente.
Come compagne, femministe e lesbiche ci schieriamo apertamente dalla parte di Fuoriluogo
– perché con queste compagne e questi compagni abbiamo condiviso un tratto di percorso nella lotta contro i Cie, nel pieno rispetto delle reciproche specificità e senza dover fronteggiare alcun tentativo di egemonia;
– perché per noi la vera associazione criminale è quella di chi devasta, saccheggia, militarizza e bombarda le vite e i territori in nome del profitto e degli interessi di pochi;
– perché siamo consapevoli del nostro essere “fuorilegge” nel momento in cui abbiamo scelto di contrastare, senza mediazione alcuna, la violenza patriarcale dello Stato, dei suoi apparati e dei suoi servitori in divisa;
– perché non ci interessano né la spartizione del potere né le briciole istituzionali offerte alle donne per addomesticarle e farle complici di un sistema fondato sull’ingiustizia di classe e sul suprematismo razziale;
– perché sappiamo che la montatura orchestrata ai danni delle/dei Fuoriluogo è la prova generale della gestione repressiva del conflitto sociale che va allargandosi e radicalizzandosi, una gestione repressiva che non risparmierà nessuna/o e davanti alla quale è eticamente urgente prendere una posizione netta ed esprimere solidarietà attiva a chi ne è attualmente colpita/o;
– perché, come donne autodeterminate, conosciamo fin troppo bene la strategia di intimidazione, criminalizzazione e repressione di chi non accetta di piegarsi alle norme dominanti: la storia delle caccia alle streghe e dell’internamento delle donne ribelli ne è testimonianza.
A tutto questo vogliamo anche aggiungere il nostro disgusto nei confronti delle infami operazioni giornalistiche che hanno sostenuto l’operazione giudiziaria contro le/i Fuoriluogo. Innanzitutto da parte di quei pennivendoli che, all’indomani delle perquisizioni e degli arresti, di una compagna che apprezziamo e stimiamo ne hanno fatto un ritratto volutamente caricaturale e perverso, proprio in quanto donna e donna “matura”. E poi anche da parte dell’ Espresso che, con il pretesto di un’inchiesta sui “black bloc”, ha ritratto le/i Fuoriluogo come un gruppo di fanatici squadristi, razzisti e sessisti, allo scopo di delegittimare e screditare con l’infamia non solo questi compagni e compagne, ma anche chi, come noi femministe e lesbiche, ne ha condiviso un tratto di strada.
Il 12 dicembre saremo in piazza a Bologna, al fianco delle compagne e dei compagni di Fuoriluogo e facciamo appello alle compagne, femministe e lesbiche che lottano contro le gabbie e le violenze dello Stato patriarcale perché partecipino al presidio indetto in piazza del Nettuno a Bologna a partire dalle ore 10.00 – o, in alternativa, ad organizzare nei propri territori iniziative di solidarietà con le/i processati e contro questo sistema di profonda ingiustizia sociale, di repressione e di controllo.
Noinonsiamocomplici
Coordinamenta femminista e lesbica di collettivi e singole-Roma
Collettivo Femminista Magliana-Roma
GLF- Gruppo di lavoro femminista-Roma contro i Cie e contro il controllo sociale
Alcune compagne milanesi
(leggi qui il comunicato Il 12 dicembre 2011 lo Stato processa gli anarchici, con gli appuntamenti bolognesi)