Brenda, uccisa da sessismo e razzismo

Tutti i giornali oggi riportano la notizia della morte di Brenda, una delle trans coinvolte nell’affaire Marrazzo. ‘Suicida’ carbonizzata, ci hanno inizialmente raccontato, in casa propria. Ammazzata in casa sua, abbiamo subito pensato noi tutte: non suicida ma suicidata, secondo una consolidata tradizione italiana. 
Brenda, umiliata nella sua identità di genere dall’ignoranza dei giornalisti che ne hanno sempre parlato al maschile. 
Brenda, terrorizzata per essere finita in una vicenda vischiosissima e non avere nemmeno uno straccio di permesso di soggiorno. 
Brenda, minacciata perché sapeva troppo. Ma, pur sapendo troppo, non sapeva che in questo paese quando ci son di mezzo politici e gli apparati repressivi dello stato – deviati o meno – il morto ‘ci scappa’ sempre.
E forse non sapeva nemmeno che nelle lunghe file serali di macchine in cerca di sesso a pagamento – 9 milioni di maschi italiani son clienti di prostitute tra preti, politici, militari, giudici, imprenditori e’ gente comune’ – abbondano gli ipocriti che di giorno predicano e legiferano contro la prostituzione definendola ‘indecorosa’ e di notte si comprano un angolo di segretezza per dar sfogo alle proprie manie.
Oggi è il TDoR, Transgender Day of Remembrance, il giorno in cui si fa la conta annuale delle persone trans ammazzate nel mondo per ricordarle ad una ad una nelle loro vere storie di vita. Nell’ultimo anno nel mondo l’odio per il/la divers* ha ucciso più di 200 persone trans. L’Italia è ai primi posti per numero di trans aggredite e/o uccise. Senza contare quelle rinchiuse nei Cie ed espulse verso paesi in cui il loro ritorno equivale ad una condanna a morte…
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