Si avvicina l’8 giugno, data fissata per l’audizione di Joy al tribunale di Milano e intanto crescono le pressioni in stile mafioso perché non le venga riconosciuto la condizione di ‘vittima di tratta’ e dunque il diritto all’articolo 18, rendendo, così, sempre più incombente il rischio dell’espulsione. Ricordiamo che il rimpatrio di Joy equivarrebbe ad una sua condanna a morte.
Paradossalmente, una decina di giorni fa i quotidiani italiani hanno parlato del Rapporto sull’Italia del Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa. In questo dossier sarebbe riemersa, nella parte riguardante i lager di Stato per migranti, la vicenda di Preziosa, la trans massacrata di botte dalla polizia nell’allora Cpt di via Corelli nell’estate del 2008. Vicenda che venne poi archiviata, su richiesta del pm Carlo Nocerino, "per mancanza di testimoni".
Oltre al dossier e all’ipocrita risposta del governo italiano, connivente con gli aguzzini, è opportuno leggere la denuncia che Preziosa fece contro i suoi picchiatori e un articolo che racconta la sua storia per capire, una volta per tutte, che l’unico modo per prevenire la tortura e gli abusi nei Cie è chiuderli immediatamente.