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Stop rape, detention and deportations. Anche a Londra l’8 giugno a fianco di Joy
L’8 giugno si terrà a Londra, sotto l’ambasciata italiana, un presidio di solidarietà con Joy organizzato da alcuni gruppi di donne. Ne pubblichiamo l’indizione in inglese e la traduzione in italiano.
Ricordiamo l’appuntamento sotto il tribunale di Milano martedì 8 giugno alle 14.30.
STOP RAPE, DETENTION AND DEPORTATIONS
Italian Embassy, Tuesday, 8 June, 1-2pm
14 Three Kings Yard, London W1K 4EH
On 8 June, a charge of attempted rape brought by Joy N against chief of police inspector Vittorio Addesso of Milan CIE (Centre for Identification and Expulsion) Detention Centre in Italy, will be heard in court.
In August 2009, Mr Addesso tried to rape Ms Joy N, a young Nigerian woman, while she slept in the detention centre he runs. Her cellmate and three other women intervened and stopped the rape.
The director of the detention centre Massimo Chiodini, from the Red Cross (which runs many detention centres throughout Italy), witnessed the attempted rape but later in court denied seeing anything.
A few days later there was an uprising in the detention centre against Prime Minister Berlusconi’s “Pachetto di Sicurezza” which brought in increasingly repressive immigration laws. Ms Joy N and the women detainees who had stopped the rape were targeted, beaten while naked by guards, and along with other detainees, put in prison for six months for rioting. One of the men imprisoned for this uprising committed suicide.
Ms Joy N is a victim of trafficking. She came to Italy to get a job as a hairdresser and was captured and forced to work in the sex industry. The Nigerian Embassy has colluded with the Italian authorities and authorised her deportation. If Ms Joy N is deported to Nigeria, she will face certain death by her traffickers, who have already killed three of her family members.
Ms Joy N said “I’m glad for all the international support we are getting about what is happening to us in this deportation camp. I’ve been suffering in here for one year. It is a very bad place, when I’m sick they take me to hospital for treatment but they don’t tell me what’s wrong or what they are injecting me. The authorities are trying to destroy my life, they know that most of my family were killed by the people who trafficked me here, yet they want to deport me. But I refuse to give up. They should release me now.”
Pubblicato in Cie e deportazioni
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A fianco di Joy ed Hellen contro Cie e deportazioni – Milano 8 giugno dalle 14.30

A fianco di Joy ed Hellen contro Cie e deportazioni
Milano 8 giugno dalle 14.30 – presidio sotto il tribunale (c.so di Porta Vittoria)
per manifestare la nostra solidarietà a Joy ed Hellen in occasione dell’incidente probatorio
che, dalle 15.30, le vedrà faccia a faccia con l’ispettore capo del Cie Vittorio Addesso,
accusato da Joy di tentata violenza sessuale
Pubblicato in Cie e deportazioni
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Bologna, 2 giugno: presidio sotto al Cie e tavolo di discussione su Cie e deportazioni
ore 11.00: presidio sotto al Cie di via Mattei in solidarietà con le recluse e i reclusi
ore 16.00: tavolo di discussione su Lager e deportazioni nella "fortezza Europa" c/o Festival sociale delle culture antifasciste, parco di viale Togliatti (guarda le indicazioni per raggiungere il festival)
Pubblicato in Bologna
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“Vilipendio al prestigio e al decoro dell’istituzione rappresentata dalla Polizia di Stato”…

Negli ultimi giorni la Digos di Bologna ha notificato ad una decina di compagne e compagni la conclusione delle indagini preliminari per “Vilipendio al prestigio e al decoro dell’istituzione rappresentata dalla Polizia di Stato del [sic!] suo complesso”, oltre che per manifestazione non autorizzata. Gli episodi cui fanno riferimento le notifiche sarebbero i due presidi comunicativi – di cui uno preannunciato con fax alla questura bolognese – svoltisi il 17 e il 20 marzo contro la minaccia di espulsione di Joy – che, lo ricordiamo, proprio nei giorni precedenti era stata trasferita dal Cie di Modena a quello di Ponte Galeria per essere rimpatriata con un volo Frontex.
Queste notifiche rappresentano la volontà poliziesca di attaccare frontalmente il lavoro politico che da mesi le compagne portano avanti in diverse città denunciando i ricatti e gli abusi sessuali da parte di uomini in divisa che le donne immigrate vivono quotidianamente dentro e fuori i Centri di identificazione ed espulsione. Dalle violente cariche contro il presidio organizzato dalle compagne milanesi il 25 novembre scorso a oggi, alcune questure hanno utilizzato le più svariate forme intimidatorie per chiudere la bocca a chi non intende essere complice di un sistema di potere e di sopraffazione ormai ben collaudato. Ripetuti controlli di documenti, pedinamenti, appostamenti sotto le case di alcune compagne, controlli telefonici e informatici hanno fatto da contorno ai tentativi continui di isolare Joy dal contatto con le solidali, fino ad arrivare a queste notifiche fatte in fretta e furia in previsione delle mobilitazioni che si vanno costruendo per l’8 giugno. Quel giorno, infatti, nel tribunale di Milano si terrà l’incidente probatorio per la denuncia di tentata violenza sessuale presentata da Joy nei confronti dell’ispettore capo di polizia Vittorio Addesso.
Pubblicato in Generale
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“E poi parlano tanto di Hitler… e questo razzismo cos’è allora?”
Pubblichiamo e sottoscriviamo
Al Cie di via Mattei nessuna quiete dopo la protesta
Dopo l’incendio di lunedì 24 maggio che ha bruciato ben cinque celle del Centro di Identificazione ed Espulsione per immigrati di via Mattei a Bologna, la vita continua ad andare avanti per gli uomini e le donne rinchiusi là dentro. Ma la quiete non è tornata, al contrario di ciò che alcuni pennivendoli sinistronzi scrivono sui loro giornali. Non è tornata perché non c’è mai stata, perché la rabbia continua ad ardere ogni giorno, ogni minuto, nel cuore di chi è stato privato della libertà e costretto a vivere il suo tempo in un luogo che, pur travestito di plexiglas, non riesce comunque a sembrare qualcosa di diverso da quello che effettivamente è, una prigione per stranieri. È tornata al contrario la “normalità”, come ben si augurava la direttrice del Cie Anna Maria Lombardo pochi giorni fa in un articolo apparso su “L’Unità” dopo l’esplosione del caso della donna tunisina che si era cucita le labbra in segno di protesta in seguito al rigetto della richiesta d’asilo e gli inutili tentativi di farsi ascoltare dai giudici. Ricordiamo che per lei, come per tante donne vittime di tratta, il ritorno a casa significherebbe andare contro un grave rischio di morte. I parenti non le perdonano una gravidanza fuori dal matrimonio.
È tornata la “normalità” dei quotidiani maltrattamenti, delle abituali provocazioni sbirresche, degli ambigui e altalenanti comportamenti degli operatori della Misericordia che, a quanto ci raccontano, sembrano guidati solo dal loro dovere di secondini, assecondando senza nessuna pietà gli ordini ricevuti da poliziotti.
Una normalità che dal giorno della protesta li vede abbandonati fuori dalle loro celle, giorno e notte, per terra sotto la pioggia e il sole. Per i venti che occupavano le cinque camerate date alle fiamme sono ormai sei le notti passate all’aperto, con solo una coperta addosso, hanno freddo, si stanno ammalando e nessun medico li ha visitati. Molti di loro hanno iniziato uno sciopero della fame. Sono stremati, indeboliti e ieri una donna è stata portata via con l’ambulanza perché si era sentita male. Continuano a dirci che dai Cie di Bologna e Modena non si esce, che qui non concedono nulla. Solo in questi giorni 15 internati sono stati portati davanti al giudice di pace e per tutti è stata confermata la reclusione.
Durante il presidio di solidarietà di venerdì 28 maggio, si sentivano provenire da dentro delle urla strazianti, urlavano “libertà” e questa volta si sentivano anche molte voci femminili. È la rabbia che li fa resistere, non riescono a capire il perché di questa assurda detenzione, alcuni dicono che preferirebbero passarli in carcere questi sei mesi piuttosto che vivere l’inferno del Cie. Chiedono aiuto, hanno bisogno della nostra presenza solidale per non sentirsi soli e dicono che nonostante tutto continueranno a resistere.
Pubblicato in Bologna
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Calendario aggiornato delle iniziative contro Cie e deportazioni
Oltre all’importante appuntamento dell’8 giugno alle 14.30 sotto il tribunale di Milano (corso di Porta Vittoria) contro Cie e deportazioni, per manifestare la nostra solidarietà a Joy ed Hellen in occasione dell’incidente probatorio che, dalle 15.30, le vedrà faccia a faccia con Vittorio Addesso, segnaliamo il moltiplicarsi di iniziative. Il calendario è in continuo aggiornamento.
Roma, sabato 29 maggio dalle 15.00 alle 19.00: presidio di solidarietà con i reclusi e le recluse del Cie di Ponte Galeria (appuntamento alle ore 14.00 alla Stazione Ostiense per partire tutti e tutte insieme)
Parma, domenica 30 maggio dalle 10: punto informativo contro i Cie e le espulsioni in piazzale Matteotti
Bologna, mercoledì 2 giugno alle 16.00: tavolo di discussione su Lager e deportazioni nella "fortezza Europa" c/o Festival sociale delle culture antifasciste, parco di viale Togliatti
Cremona, sabato 5 giugno dalle 10.30: volantinaggio di controinformazione sul caso di Joy ed Hellen e degli/delle altri/e rivoltosi/e di Corelli c/o mercato di Cremona
Modena, sabato 19 giugno alle 15.30: corteo nazionale contro i Cie – concentramento nel parcheggio sul retro della stazione ferroviaria
Scarica e diffondi il volantino per l’8 giugno
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Aggiornamenti dai Cie di Modena e Bologna – Altre violenze poliziesche contro donne immigrate
Najoua, la donna tunisina che nei giorni scorsi si era cucita la bocca nel Cie di Bologna riuscendo a rompere l’isolamento e ad attirare l’attenzione della stampa, è stata rilasciata ieri ma senza alcun permesso di soggiorno.
Intanto è stata fissata la vista specialistica per Joy, guarda caso il 9 giugno, cioè dopo l’incidente probatorio.
E a Joy è ispirato il dialogo teatrale che Alessandra Magrini (Attrice Contro) e Militant A degli Assalti Frontali presenteranno oggi a Roma durante l’assedio sonoro al Ministero dell’interno.
Ricordiamo il presidio che si terrà l’8 giugno dalle 14.30 a Milano, sotto il tribunale, contro i Cie e le deportazioni e in solidarietà con Joy ed Hellen che proprio quel giorno si troveranno faccia a faccia con l’ispettore capo del Cie di via Corelli Vittorio Addesso. Il quale non è affatto una "mela marcia", ma lo specchio di pratiche di abuso sessuale consolidate e ben occultate nei confronti delle donne immigrate da parte di uomini delle forze dell’ordine. Come dimostrano anche i poliziotti Adriano C. e Marco T. che, nella questura di Chiavari, forti della loro divisa e del loro potere violentavano prostitute immigrate sotto la minaccia di farle espellerle.
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[Bologna] Presidio contro i CIE. Giovedì 27 maggio – dalle 18:30 in Piazza Verdi
Segnaliamo l’iniziativa organizzata da compagne e compagni dell’aula C autogestita
La Concerta è una società privata che gestisce, tra le altre cose, il Centro di Identificazione ed Espulsione per immigrati di via Mattei.
E’ complice della gestione del lager della tua città.
Botte, psicofarmaci, vessazioni e violenze in nome delle politiche razziste, insieme ai volontari della Misericordia di Giovanardi, soldati e sbirri.
E’ il business del razzismo e la Concerta non si tira certo indietro.
Ma a tutto questo puoi opporti.
La Concerta gestisce la mensa universitaria e le Scuderie di Piazza Verdi.
Fagli sapere che non gradisci la loro merda. Scarica e diffondi il volantino dell’iniziativa!
Leggi il comunicato del corteo nazionale contro i cie (154431-comunicato.pdf)
Scarica e diffondi il volantino Labbra cucite e portafogli che ingrassano, che distribuiranno le compagne di Bologna al presidio
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Labbra cucite per non morire di deportazione

L’odissea della donna con le labbra cucite
22 mag. – La vita della donna tunisina rinchiusa nel Cie che si è cucita le labbra con ago e filo sarebbe a rischio se venisse rimpatriata. Lo dice l’avvocato Desi Bruno, Il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del comune di Bologna, che oggi ha visitato la donna al Centro d’Identificazione ed Espulsione di via Mattei. L’avvocato ha spiegato che la donna ”Non mangia da due giorni e intende proseguire. Non vuole togliersi questi punti perché ha il terrore”.
La detenuta teme come un incubo il rimpatrio forzato in Tunisia dove la famiglia – come ha raccontato il Garante – l’avrebbe ripudiata per una gravidanza senza matrimonio e dove un cognato, condannato per un omicidio relativo all’integralismo islamico, avrebbe promesso di ucciderla con un coltello se tornata. La donna ha 34 anni ed era arrivata in Italia dalla Libia nel 2006 con un gommone. Ha lasciato un figlio di 4 anni.
“Esiste il divieto di respingimento nei confronti di persone che, tornate in patria, possono subire persecuzioni. E qui ci sono fatti specifici’” ha sottolineato Desi Bruno e per questo motivo l’avvocato Roberta Zerbinati che ha accettato di difendere la tunisina avvierà le procedure per due ricorsi: uno contro l’espulsione e l’altro contro il diniego dell’asilo politico.
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Iniziative contro i Cie
Il calendario dei prossimi appuntamenti contro i Cie già esistenti e contro quelli che vorrebbero costruire
Roma, 21-29 maggio: settimana di mobilitazione cittadina contro i Cie
Bari, 22 maggio dalle 15: Fuoco alle gabbie
Prato, 23 maggio dalle 15: presidio NoCie
Parma, 30 maggio dalle 10: punto informativo contro i Cie e le espulsioni
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