Vogliono espellere Joy entro un paio di giorni!

Questa mattina Joy è stata trasferita dal Cie di Modena a quello di Ponte Galeria. Sappiamo bene cosa significa questo: che entro un paio di giorni la vogliono espellere. 
Pare che proprio ieri a Ponte Galeria sia entrato qualcuno dell’ambasciata nigeriana per fare i riconoscimenti di una decina di nigeriane, azione che prelude sempre all’espulsione a brevissimo termine.
Dunque le voci che giravano riguardo alle pressioni della questura di Milano perché Joy venisse espulsa – nonostante avesse intrapreso un percorso per ottenere l’articolo 18 come vittima di tratta – sono confermate.
Non è bastato alla questura di Milano ‘far sparire’, nella notte fra l’11 e il 12 febbraio, le cinque ragazze dalle carceri in cui erano rinchiuse per riportarle nei Cie. Pur di proteggere Vittorio Addesso, i suoi colleghi sono disposti ad agire nelle maniere più vili.
La storia di Joy ci dimostra come gli apparati repressivi e di controllo dello Stato esigano soprattutto che i ricatti sessuali che ogni donna e trans subisce dentro i Cie rimangano taciuti. 
La forza che hanno dimostrato Hellen e Joy fa paura, perché è la forza che smaschera la verità di quello che accade dentro le mura di quei lager per migranti. Gli aguzzini che li controllano stanno facendo di tutto per impedire che questo precedente apra un varco o una breccia in quelle mura.
E che nessuno/a ci venga più a dire che in Italia ci sono leggi contro la violenza sessuale e lo stalking e che è necessario denunciare. Chiunque, da oggi in poi, ancora lo pensa si ricordi bene questo: le forze dell’ordine hanno licenza di stuprare anche grazie alle coperture di cui godono e di un apparato istituzionale connivente. 
Ci troverete dappertutto, più che mai inferocite e schifate
dalla vostra miseria e dalla vostra viltà!

NESSUNA PACE PER CHI STUPRA E MOLESTA LE DONNE, TANTO PIU’ SE LO FA FORTE DELLA DIVISA CHE INDOSSA E DELLE CONNIVENZE DI CUI GODE!!!
 
 
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Ancora proteste e rivolte nei Cie, dall’Italia alla Spagna

Gradisca, 14 marzo: Pomeriggio di tensione nel Cie di Gradisca, dove i reclusi sono stati fatti rimanere tutto il pomeriggio chiusi nelle celle, senza una spiegazione. Dopo un paio d’ora hanno cominciato una protesta, culminata con il rifiuto della cena – che gli operatori pretendevano di passar loro da sotto le porte «come fossimo dei cani». Scatta subito la ritorsione, con una decisa perquisizione, e poi ancora proteste. Solo intorno alle nove di sera la situazione si è calmata: «ci vediamo domani», hanno detto i reclusi alle guardie. A domani.
(da Macerie)
 
Ponte Galeria, 14 marzo: I/le reclus* riferiscono di essere in sciopero della fame.
Seguiranno aggiornamenti riguardo la protesta e l’adesione a questa.
 
Aluche (Madrid): Sommossa e principio d’incendio nel centro di detenzione (12 marzo 2010) 

Una sommossa è scoppiata nel Cie [Centro de Internamiento de Extranjeros, nella foto] di Madrid all’inizio della [scorsa] settimana. I reclusi hanno appiccato il fuoco in diverse stanze. Dalla strada si sentivano le urla dei detenuti “Al fuoco!”, “Raccontate quello che succede qui dentro!”, mentre gli allarmi antincendio non smettevano di suonare e i reclusi battevano sulle finestre. 
“Sono bruciati dei materassi, carta e altre cose. Non ne posso più. I poliziotti ci hanno picchiati, ma io sto bene”, racconta un recluso. Secondo i parenti, i detenuti faranno un altro sciopero della fame per protestare contro “il trattamento umiliante, razzista, vessatorio che ricevono quotidianamente da tre anni. Un trattamento che infrange tutti i diritti”. 
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Sicura, signora Pillay, che a Ponte Galeria si stia così bene?

 
 
All’interno del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria, alla periferia di Roma, «viene posta molta cura e attenzione nel trattamento delle persone». Lo ha sottolineato l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay. Così riportava un’Ansa di giovedì 11 marzo. 
 
Eppure ieri a Ponte Galeria è di nuovo scoppiata la protesta contro le disumane condizioni di vita di quell’istituzione totale per migranti, come si può leggere nel comunicato delle antirazziste e degli antirazzisti che proprio lì sotto avevano organizzato un presidio, poi trasformatosi in blocco dei binari ferroviari e in corteo in solidarietà coi migranti saliti sul tetto del Cie e successivamente massacrati dagli immancabili manganelli delle forze dell’ordine.
 
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L’antirazzismo non si arresta!

 

Con grande gioia veniamo a sapere ora che in giornata i compagni torinesi saranno scarcerati, con l’obbligo di firma. 

A tutti loro un grande abbraccio solidale da Noinonsiamocomplici 

Chi non conoscesse la vicenda, può leggerla qui

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Aggiornamenti sugli scioperi della fame nei lager di Stato

Per gli ultimi aggiornamenti sullo sciopero della fame nel lager di via Corelli e il rilascio della ragazza marocchina che la Croce Rossa non aveva voluto portare in ospedale nonostante stesse male, rimandiamo a Macerie
 
Per quanto riguarda il Cie di Torino, invece, trovate un rapido aggiornamento su indymedia/piemonte
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NOI NON SIAMO COMPLICI – Sabato 13 marzo, presidio sotto il Cie di Ponte Galeria

 
NOI NON SIAMO COMPLICI
 
Nei CIE vengono rinchiuse donne e uomini che non hanno commesso reati,
ma che sono considerate/i pericolose/i per la società perché
sono senza documenti, per la loro nazionalità o etnia.
Domani potrà toccare a qualcun’altra/o.
Solo la società nazista era arrivata a tanto.
Politici di varia estrazione e collocazione hanno prodotto questa
aberrazione giuridico sociale.
Efficienti tutori dell’ordine rastrellano le donne e gli uomini migranti e 
li rinchiudono nei CIE.
Operatori sociali scrupolosi le/li tengono per mesi rinchiusi in
condizioni disumane e le/li rispediscono con ponti aerei nei paesi di
provenienza dove spesso sono vittime di regimi filo-occidentali messi
apposta al potere per reprimerela popolazione e permettere a noi di
portar via le loro ricchezze.
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Da Yarl’s Wood e Hardmonsworth a Corelli: la lotta contro i lager della “fortezza Europa” non si ferma!

 

Nonostante l’accanimento dei guardiani e della Croce Rossa – che hanno hanno cercato di impedire che le/i solidali portassero acqua e succhi di frutta per sostenere la lotta delle e dei migranti– continua lo sciopero della fame nel lager di via Corelli a Milanole/i solidali hanno fatto entrare altre bevande.

A Ponte Galeria, invece, non c’è più speranza, come spiega un recluso ai microfoni di radio onda rossa. Fuori dal Cie di Roma il 13 marzo si terrà un presidio. Leggi il comunicato delle compagne; leggi l’appello; guarda il manifesto; ascolta l’intervento di un antirazzista.

Da Torino, giungono notizie sul peggioramento delle condizioni di Sofien, in sciopero della fame da giorni. E intanto si attende a breve la decisione del tribunale del riesame sugli arresti di Torino (leggi qui).

Anche in Inghilterra si susseguono gli scioperi della fame e per domani, 11 marzo, è prevista una deportazione di massa in Nigeria con un volo speciale su cui verranno imbarcate anche molte delle donne che dal 5 febbraio sono in sciopero della fame nel lager di Yarl’s Wood. Uno sciopero della fame, che ha coinvolto ottantaquattro donne, lanciato per chiedere la fine di tutte le umiliazioni che avvengono nei centri di detenzione.

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8 marzo…

 
 LASCIAMO LE MIMOSE SUGLI ALBERI E CHIUDIAMO I LAGER DI STATO, LUOGHI PRIVILEGIATI DI VIOLENZA CONTRO LE DONNE IMMIGRATE!
 
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Testimonianze dal lager di Corelli in sciopero della fame e solidarietà agli antirazzisti torinesi

A Corelli, dopo giorni di sciopero della fame i detenuti e le detenute cominciano ad essere debilitati ed indeboliti. Ad alcune ragazze del reparto trans sono state fatte flebo di liquidi; una è stata portata in ospedale. I detenuti hanno fatto la richiesta per esser pesati e controllati costantemente da personale medico, come è prassi durante ogni sciopero della fame, ma questo, nel centro di Corelli,  non avviene. Tuttavia, nonostante le difficoltà, i reclusi continuano con determinazione, supportati anche dalla solidarietà degli antirazzisti che continuamente portano acqua e succhi al centro e mantengono ininterrottamente i contatti.  
Anche a Roma una ventina di reclusi continua lo sciopero. I gestori portano il cibo e loro lo rimandano indietro. Alcuni che avevano iniziato autonomamente lo sciopero qualche giorno prima degli altri oramai sono 10 giorni che non mangiano e sono molto provati. A differenza che a Milano i reclusi sembra che siano pesati e monitorati regolarmente ma la nuova cooperativa subentrata alla Croce Rossa nella gestione del centro non permette che i solidali portino i succhi e le bevande dall’esterno. Ciascun recluso ha in dotazione solo un litro d’acqua al giorno diviso in due bottigliette da mezzo litro, una la mattina ed una la sera. E solo con questo portano avanti la loro lotta. A Torino intanto lo sciopero continua a staffetta.
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Presidi a Milano (5 marzo) e a Modena (6 marzo) – Aggiornamenti dai Cie

 
Milano: venerdì 5 marzo, appuntamento alle 16.30 davanti al lager di via Corelli per sostenere la lotta dei reclusi 
Leggi l’appello del Comitato antirazzista milanese
Modena: sabato 6 marzo alle 16, presidio di Libera e volantinaggio di Noinonsiamocomplici in piazza Torre/Emilia contro il razzismo, in solidarietà a Joy rinchiusa nel Cie di Modena e a tutti/e i/le migranti in sciopero nella fame nei lager di Stato
Aggiornamenti dai Cie
radiocane (dal minuto 34’11”)
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