
Volentieri pubblichiamo le riflessioni di una compagna all’indomani della strage fascista di Firenze. Ma vorremmo fare alcune premesse.
In questi giorni si moltiplicano le richieste di chiusura delle sedi di Casa Pound, ma non si nominano gli altri covi fascisti (skinhouses, sedi di forza nuova, …). E poi, chi le dovrebbe chiudere queste sedi? La ministra dell’interno, cioè quella stessa Cancellieri che, mentre commissariava Bologna, ha sempre garantito agibilità a Casa Pound?
E’ dal 1989, quando venne ucciso a Villa Literno il rifugiato sudafricano Jerry Maslo, che ad ogni omicidio razzista sentiamo le solite litanie. Ma questo non ha impedito la morte violenta di altri/e immigrati/e nelle caserme, nelle carceri, nei cie, nei campi, nelle “baraccopoli”, nelle strade, nei cantieri. Per non parlare delle violenze e delle vessazioni inflitte quotidianamente a donne e uomini immigrati da parte di padroni, forze dell’ordine, “tranquilli cittadini”, ecc.
Scendiamo in piazza domani al fianco della comunità senegalese, ma con la consapevolezza che le centinaia e centinaia di violenze fasciste (tra gennaio 2005 e dicembre 2008 si sono verificate almeno 329 aggressioni fasciste e 161 atti vandalici/danneggiamenti inneggianti al nazifascismo) e razziste sono un dato di fatto che non si affronta con gli slogan né con la delega a chi oggi piange lacrime di coccodrillo.
Per rispetto nei confronti delle vittime del razzismo occorre rompere ogni complicità, definitivamente, e fare una volte per tutte i nomi dei responsabili dello sdoganamento neofascista avvenuto negli ultimi vent’anni..
Prima di tutto i nomi di coloro che, dal cuore delle istituzioni “democratiche”, hanno coccolato, finanziato, corteggiato i neofascisti per avere in cambio voti e cani da guardia. Quelle istituzioni “democratiche” sono le stesse che hanno reso impossibile la vita di molti/e a colpi di pacchetti sicurezza e ordinanze razziste, coadiuvate da magistratura e forze dell’ordine.
Poi i nomi di quei politici o intellettuali “di sinistra”, come Paola Concia del Pd, che si sono prestati al giochetto del “dialogo” coi neofascisti.
Poi ancora i nomi dei media “democratici” che, mentre alimentano un clima di paura nei confronti degli immigrati, da sempre occultano la crescente presenza neofascista dietro l’espressione “giovani di destra”, come se si trattasse di innocui boy scouts.
Un militante di Casa Pound fa una strage di immigrati e la televisione ci propina Iannone con la sua favoletta ritrita dell'”associazione di promozione sociale e volontariato”!
Scriveva ieri, sul Manifesto, Saverio Ferrari:
[…] Ieri notte da Roma è stata indirizzata a tutti i responsabili locali di Casa Pound la seguente email: «Comunicazione interna urgente e riservata. Fare quadrato ora significa: negare la sua appartenenza al movimento, cancellare ogni traccia, stare zitti e far parlare solo i dirigenti autorizzati». […]
Nel paese in cui una sentenza della Cassazione (Cassazione penale, sez. V, 12 dicembre 2007, n. 46306) disconosce il valore sociale e morale dell’antifascismo, un dato di fatto parla chiaro: la repressione contro le/gli antifa. Soltanto nei primi mesi di quest’anno si conta un totale approssimativo di 325 provvedimenti in tutta Italia tra denunce, arresti, perquisizioni e obblighi di dimora. Per non parlare delle cariche contro i cortei antifascisti in occasione delle aperture di sedi fasciste… Ma questa è prassi normale: il 13 dicembre a Firenze la polizia ha caricato perfino donne e uomini senegalesi che manifestavano per l’orrenda morte dei loro fratelli avvenuta poche ore prima.
E non facciamoci ingannare da operazioni mediatiche quali quella contro Militia – avvenuta, guarda caso, all’indomani della strage di senegalesi. Quel Boccacci arrestato l’altro giorno – leader del già disciolto nazifascista Movimento Politico Occidentale (poi diventato Movimento Politico), nonché organizzatore, nel ’96, della manifestazione per il boia della Fosse Ardeatine Priebke – è lo stesso che, il 26 marzo 2011 a Milano, in conclusione di un corteo neofascista ha fatto dal palco il saluto romano, al fianco del negazionista Romagnoli, mentre la piazza gli rispondeva “Viva il duce”. Quel giorno, lo ricordiamo, a Milano sono state arrestate/i 43 antifasciste/i che avevano cercato di impedire quel corteo…
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