Riprendiamo da StampToscana un articolo sull’archiviazione delle violenze inferte a Malika, donna di origine marocchina, dagli apparati dello Stato e dal dispositivo psichiatrico. Una vicenda che non può e non deve essere dimenticata. A seguire, il comunicato pubblicato su Informa-azione.
Il caso di Malika Yacout andrà alla Corte Europea
La donna, di origine marocchina ma cittadina italiana da 15 anni, in seguito all’esecuzione dello sfratto si ritrovò a Santa Maria Nuova in psichiatria, dopo aver subito due iniezioni per sedarla. Era incinta di quasi cinque mesi. Oggi mercoledì 12 la sentenza di archiviazione del Tribunale di Firenze
Firenze – Approderà alla Corte di giustizia della comunità europea, il caso di Malika Yacout, la donna di origine marocchina, cittadina italiana da 15 anni, che il 3 dicembre 2004, incinta di quasi 5 mesi, venne fatta oggetto di uno sfratto esecutivo che la portò dritta dritta al reparto psichiatrico dell’ospedale di Santa Maria Nuova. E che ora è madre di una bimba di sei anni che soffre di una grave encefalopatia dagli esiti incerti.
Dopo sette anni di traversie giudiziarie, il caso è stato archiviato con la sentenza di oggi 12 ottobre dal giudice per le indagini preliminari.Una sentenza che giunge dopo tre altre richieste di archiviazione, di cui una annullata dalla Corte di Cassazione per mancata notifica, e che sembrerebbe mettere una pietra tombale su una vicenda dai molti profili oscuri.